L’utilizzo e il significato che ha assunto il diritto penale in tempi recenti hanno talvolta valicato il confine di altre discipline, come quella del diritto costituzionale, nel senso che ne sarebbe stato minacciato il nucleo fondamentale delle garanzie della persona, e, in parte, anche della sociologia, poiché è stato lo strumento privilegiato per dare voce a paure proprie della collettività contemporanea. L’obiettivo del volume di L. Risicato, dal titolo “Diritto alla sicurezza e sicurezza dei diritti: un ossimoro invincibile?”, oggetto della presente recensione, sembra, dunque, quello di investigare le motivazioni e le modalità tramite cui la normativa penale sarebbe stata vittima, in un certo senso, di un processo di involuzione legale per difendere una “sicurezza” del cittadino a tutti i costi. I “nemici” colpiti da questo trend securitario apparterrebbero principalmente alle categorie del “recidivo”, del “clandestino” e del “terrorista”, contro i quali si sarebbe sviluppato un diritto penale definito dall’Autrice non solo come discriminatorio, ma anche “strumentale”, “simbolico” e “pletorio”.

Recensione a L. Risicato, Diritto alla sicurezza e sicurezza dei diritti: un ossimoro invincibile?, Torino, Giappichelli, 2019, pp. 93

Giulia Santomauro
2019-01-01

Abstract

L’utilizzo e il significato che ha assunto il diritto penale in tempi recenti hanno talvolta valicato il confine di altre discipline, come quella del diritto costituzionale, nel senso che ne sarebbe stato minacciato il nucleo fondamentale delle garanzie della persona, e, in parte, anche della sociologia, poiché è stato lo strumento privilegiato per dare voce a paure proprie della collettività contemporanea. L’obiettivo del volume di L. Risicato, dal titolo “Diritto alla sicurezza e sicurezza dei diritti: un ossimoro invincibile?”, oggetto della presente recensione, sembra, dunque, quello di investigare le motivazioni e le modalità tramite cui la normativa penale sarebbe stata vittima, in un certo senso, di un processo di involuzione legale per difendere una “sicurezza” del cittadino a tutti i costi. I “nemici” colpiti da questo trend securitario apparterrebbero principalmente alle categorie del “recidivo”, del “clandestino” e del “terrorista”, contro i quali si sarebbe sviluppato un diritto penale definito dall’Autrice non solo come discriminatorio, ma anche “strumentale”, “simbolico” e “pletorio”.
2019
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